È proprio vero:
comportamenti insoliti e differenziati dei pesci.

di Dieter Untergasser e Dr. Bodo Schnell
 

Lo sapete anche voi? Si ascoltano i racconti di conoscenti che parlano del loro acquario e si pensa “se questa non è un’esagerazione o non è fervida fantasia ... !”. Oppure si sta seduti davanti all’acquario e si osservano comportamenti che non ci si aspetterebbe mai dai pesci.

Gli esempi qui descritti li hanno potuti osservare realmente gli autori stessi.

Anche i vostri pesci vi hanno già meravigliato? Scriveteci allora le vostre osservazioni divertenti o impressionanti!

 

My home is my castle .... ma per favore senza la squadra di pulizia!

Alcuni piccoli Ciclidi hanno l’abitudine di utilizzare l’interno di gusci di lumache vuoti come nascondiglio e anche come luogo di deposizione delle uova. Per fare ciò non solo interrano i gusci nella sabbia del fondo in modo tale che sia visibile solo l’entrata, ma li spostano addirittura in un luogo che gli è più congeniale. Attenzione però: i gusci delle lumache sono molto più grandi dei pesci stessi! Questa casa è naturalmente un possedimento che bisogna difendere. Tuttavia, come i prima nominati Julidochromis, anche questi Ciclidi che utilizzano i gusci delle lumache, nel nostro caso Lamprologus ocellatus, sono abbastanza aggressivi ma possono distinguere tra gli altri occupanti dell’acquario chi è solamente fastidioso o chi anche aggressivo, comportandosi poi di conseguenza.

È normale che sui gusci delle lumache si formi un tappetino di alghe ed è anche normale che gli Ancistrus lo mangino. Questo però non era affatto gradito al nostro Ciclide. Dopo un attimo di riflessione non ha ne aggredito ne minacciato l’Ancistrus, ma ha risolto la situazione molto più elegantemente: ha preso l’Ancistrus che era più grande di lui semplicemente per la sua pinna pettorale, lo ha trascinato per circa 10 centimetri e lo ha mollato. Con ciò il problema per lui era risolto: l’Ancistrus non è stato poi più minacciato ne aggredito. L’Ancistrus non ha riportato alcuna ferita nonostante che i Lamprologus abbiano dei denti molto aguzzi.      

 

Non tutti i vicini sono nemici

 

Che i Ciclidi difendano la loro prole in modo molto deciso non è naturalmente una novità. Persino specie piccole aggrediscono senza paura avversari molto più grandi di loro. Molti acquariofili hanno già provato l’esperienza di essere assaliti alla mano che sta eseguendo dei lavori nell’acquario, potendo verificare anche che pesci relativamente piccoli hanno mascelle forti e possono addentare le dita facendo addirittura male.

Quello che però pochi sanno è che alcuni Ciclidi sono in grado di distinguere esattamente i vari vicini e di approcciarsi a loro in modi diversi.

Nel sera news autunno/inverno 2000 abbiamo descritto gli Julidochromis transcriptus e ancora adesso questi si riproducono nell’acquario dell’autore (Dr. Bodo Schnell) e attaccano tutti gli altri Ciclidi che si trovano nello stesso acquario molto violentemente quando questi si avvicinano alla prole; l’unica eccezione la fanno per il Cyprichromis. I Cyprichromis possono entrare in qualsiasi momento nel loro territorio e cercare il cibo persino nelle immediate vicinanze della prole – significa ad una distanza inferiore a 3 centimetri dagli avannotti che non sono più grandi di 1 centimetro. Non costituiscono per gli avannotti alcun pericolo e questo evidentemente gli Julidochromis lo sanno bene e lo tengono in considerazione in modo adeguato.

 

Comodi anche con la pancia all’insù !

È difficile da credere, però anche i pesci sviluppano a volte delle stranezze e modi di comportamento anomali. Così io (Dieter Untergasser) allevo in un acquario un paio di Ancistrus dolichopterus. Il maschio è lungo circa 10 centimetri e il suo luogo preferito è un guscio di noce di cocco tagliato. Entra in posizione normale e poi si gira sulla schiena. Non si attacca però al soffitto della grotta, lasciando uscire la sua pinna caudale dall’entrata. Chiudendo la pinna dorsale, si mette decisamente sulla schiena girando la pancia verso l’alto. Ogni visitatore che lo vede in questa posizione mi dice che il mio Ancistrus sta per morire o è già morto. Quando io però lo informo che l’Ancistrus questo lo fa già da moltissimo tempo, mi rispondono “Sarà un caso, ma sicuramente non è il normale comportamento di questo pesce”. È però certo che si comporta in questo modo da oltre due anni.

 

Un Discus ferito capisce che sta ricevendo aiuto

Alcuni anni fa io (Dieter Untergasser) ho ricevuto da un amico un Discus gravemente ferito per curarlo. L’animale probabilmente si è spaventato durante la notte ed ha sbattuto con forza contro una decorazione appuntita. La ferita era molto profonda ed infettata. Il problema è che una ferita così profonda può essere trattata con successo solo fuori dall’acqua.

Dopo aver osservato accuratamente il pesce nella vasca di quarantena e dopo aver stabilito il piano di trattamento si poteva procedere. Un telo bianco è stato imbevuto con l’acqua dell’acquario, il pesce è stato catturato e avvolto in questo telo in modo tale che non potesse più muoversi lasciando tuttavia libera la ferita. Naturalmente l’animale stressato ed impaurito cercava di liberarsi dibattendosi. Mia moglie teneva fermo il pesce con entrambe le mani mentre io curavo la ferita. Per fare ciò si hanno a disposizione solamente tre minuti in quanto l’animale non deve riportare danni a causa della mancanza di ossigeno. Tutto il materiale necessario deve essere quindi a portata di mano.

Come prima cosa è stato tolto un pezzo grande di cartilagine staccato e poi si è potuto togliere il tessuto necrotizzato. La ferita poi è stata lavata, disinfettata e protetta con una pomata resistente all’acqua contro funghi e infezioni batteriche. Dopodichè il pesce è ritornato nel suo acquario.

Questo trattamento in un primo momento è stato effettuato giornalmente e poi ogni due giorni. Era evidente che il pesce si accorgeva che lo si voleva aiutare. Dopo il secondo trattamento non era più impaurito e si lasciava prendere facilmente. Non mi ricordo più molto bene, ma mi sembra che dopo il quarto o quinto trattamento dovevo solo mettere il retino nell’acqua e il Discus ci entrava da solo e si lasciava medicare senza scatti e neanche senza muovere il corpo e le pinne. In questo modo ho potuto accelerare di molto il trattamento in quanto il pesce poteva rimanere nella rete e non doveva più essere avvolto con il telo. Rimettendo il retino nell’acquario il pesce usciva in tutta tranquillità.

Entro pochi giorni la ferita ha iniziato a cicatrizzarsi e così dopo due settimane non era più necessario alcun trattamento. Sei settimane più tardi il Discus era guarito e la ferita completamente cicatrizzata. Solo una cicatrice ricorda ancora la grave ferita.