L'idropisia
infettiva è stata studiata intensamente sulle carpe.
Certamente non si possono trasferire tutte le nozioni sui
pesci d'acquario, però esistono dei parallelismi quando i
pesci d'acquario ne sono affetti. L'idropisia viene causata da
virus, ma vi sono sempre coinvolti anche dei batteri, cosicché
temporaneamente erano questi ad essere considerati la causa
primaria. Non è ancora stato accertato definitivamente se nei
pesci d'acquario il quadro clinico sia causato principalmente
da virus o se si tratta, in questo caso, di un'infezione
puramente batterica. Quasi tutte le specie di pesci possono
essere attaccate, ma anche senza ospite i batteri nell'acqua e
nel fango sono capaci di sopravvivere per mesi e possono
moltiplicarsi. Poiché essi fanno parte della normale flora
batterica acquatica, i pesci sani sono in grado di difendersi
da soli. Questi sono particolarmente in pericolo soltanto se,
per fame, alimentazione sbagliata, freddo o trasporto sono
sottoposti a stress, oppure nella vasca vigono condizioni
igieniche scadenti. Una volta colpito, il pesce espelle grosse
quantità di batteri, cosicché questi possono infettare anche
gli altri ospiti. Molto spesso la malattia si manifesta con la
secrezione di grosse quantità di liquido nella cavità
addominale. In molti casi l'addome del pesce appare gonfio,
come se stesse per scoppiare. Inoltre, possono comparire aree
di pelle distaccata ed ulcere. Sono state osservate anche
delle piccole bollicine lungo la linea laterale. I pesci,
spesso, stazionano dondolanti sotto la superficie dell'acqua
oppure presso il fondo; il riflesso di fuga è assente o molto
ridotto. Anche il riflesso degli occhi è indebolito. L'ano
spesso è infiammato e di colore rosso, a volte protruso.
Compaiono disgregazioni delle pinne. Se nello stadio
progredito viene attaccato il rene, le branchie impallidiscono
a causa di anemia.
In genere si osservano pure occhi sporgenti (esoftalmo).
Nell'intestino la mucosa si stacca e viene espulsa, in modo
che, nella sezione, la parete intestinale appare trasparente e
vitrea. Il liquido nella cavità addominale è chiaro e, a
volte, di colore giallastro oppure sanguinolento. Può essere
di consistenza liquida o gelatinosa. Il rene è infiammato, il
fegato giallo o bruno chiaro, le cellule si dissolvono.
Talvolta nel preparato per schiacciamento si trovano numerose
goccioline lipidiche. Sovente la cistifellea è molto
ingrossata, il suo contenuto presenta una colorazione verde
scuro. Nel fegato, nella cistifellea, nel rene e nella cavità
addominale si trovano numerosi batteri mobili e non mobili.
Un trattamento è possibile nello stadio iniziale. I pesci colpiti o
sospetti malati vanno immediatamente posti in quarantena e
tenuti sotto osservazione. In caso di idropisia dei pesci
d'acquario non si ha a che fare con un quadro clinico
specifico. Possono comparire alcuni dei sintomi descritti,
contemporaneamente o singolarmente. Inoltre, è possibile che
i pesci smagriscano oppure muoiano senza sintomi esterni.
Solitamente i batteri che compaiono sono da attribuire a
diversi generi. Di regola, nel liquido della cavità
addominale nonché nel fegato, nella milza o nel rene si
trovano bastoncelli mobili e non mobili, Gram-negativi, lunghi
da 1 a 3 µm. Dopo un caso di idropisia ad andamento
epidemico, l'acquario e tutto il suo contenuto vanno
disinfettati. Per la
prevenzione, vanno create le migliori condizioni igieniche.
Nonostante una cura di
successo, i pesci, il cui fegato o rene
è molto danneggiato, moriranno comunque dopo un po' di tempo.
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