IL LAGHETTO ORNAMENTALE: CURA E MANUTENZIONE
di Maurizio Lodola

Nel numero precedente abbiamo visto gli accorgimenti da seguire per una corretta progettazione del laghetto, dallo scavo al riempimento con l’acqua. Una volta realizzato l’invaso si può passare a quella che è forse la fase più creativa nell’allestimento del laghetto, la sistemazione delle piante.

La vegetazione più adeguata deve potersi inserire nel microclima del nostro giardino, a sua volta condizionato dalla posizione geografica dell’ambiente. Gli appassionati dovranno quindi valutare le caratteristiche climatiche prima di scegliere le piante, decidendo per quelle che più si adattano all’areale in questione. Raccomandiamo però di non raccogliere piante palustri locali da immettere nel laghetto, perché alcune specie sono protette e tutelate dalla legge. Inoltre, il mercato offre una vasta scelta di piante acquatiche, esotiche e nostrane, cosicché non sarà difficile trovare il mix più idoneo alle nostre esigenze: le specie autoctone allevate sono ormai numerose e di facile reperibilità ed ancora di più gli esemplari di flora esotica, ben conosciuti dagli appassionati.

L’inserimento delle piante nel laghetto contribuisce in maniera fondamentale all’equilibrio biologico dell’ecosistema: esse, infatti, ossigenando l’acqua e limitando la crescita delle alghe, sono indispensabili per la limpidezza dell’acqua e quindi per la buona salute dei pesci; la loro presenza poi serve a quest’ultimi per nascondersi e deporre le uova, rendendo così più “abitabile” il laghetto; da non tralasciare, infine, l’effetto estetico che – soprattutto durante la fioritura di certe specie, come le ninfee – è talmente rilevante da costituire per alcuni appassionati un fattore prioritario nell’ideazione del laghetto.

Generalmente, per comodità didattica, si è soliti distinguere le piante acquatiche in tre principali tipologie: 1) piante galleggianti; 2) piante sommerse; 3) piante palustri.

Il primo tipo comprende le piante che vivono tipicamente sulla superficie dell’acqua, senza aderire al fondo. Fra le più conosciute ci sono Lemna minor (o lenticchia d’acqua), Potamogeton natans, Salvinia natans ed Hydrocharis morsus-ranae (morso di rana) – tutte comuni nelle nostre acque –Eichornia crassipes (giacinto d’acqua) e Pistia stratiotes, originarie dei tropici, ma ormai molto diffuse anche nei nostri climi. Le piante galleggianti si nutrono grazie alle sostanze che riescono a filtrare dall’acqua: un loro stentato sviluppo è quindi sintomo di carenza di sostanze nutritive e richiede un apporto di concime liquido; tuttavia, un eccesso di fertilizzante può indurre un’incontrollata proliferazione algale e va dunque dosato con cautela, seguendo precise istruzioni. Nei garden center e nei negozi di acquariologia si vendono appositi fertilizzanti liquidi per i laghetti, come il Sera Florena pond, privo dei nitrati e fosfati responsabili della fioritura algale, presenti invece nei prodotti di uso per la floricoltura. Nel caso opposto, quando trovino le condizioni favorevoli al loro sviluppo, le piante galleggianti crescono rapidamente e tendono addirittura a diventare infestanti, finendo col soffocare le piante sommerse. Una regolare potatura o uno sfoltimento delle piante galleggianti in eccesso è consigliabile per mantenere in equilibrio i diversi tipi di vegetazione acquatica.

Le piante sommerse sono quelle propriamente acquatiche, come alcune specie utilizzate negli acquari; il loro apparato radicale è piuttosto ridotto e serve loro più per ancorarsi al fondo che per raccogliere sostanze nutritive, funzione che è delegata soprattutto al fogliame fotosintetico. Grazie alla fotosintesi operata da queste piante si ha l’indispensabile ossigenazione dell’acqua, tanto più necessaria se nel laghetto ci sono dei pesci. Le più comuni sono Ceratophyllum demersum (coda di volpe), Elodea densa (peste d’acqua), Fontinalis antipiretica (muschio d’acqua), Ranunculus aquatilis, Vallisneria spiralis, ecc. Per favorire la crescita radicale il loro attecchimento sul fondo è consigliabile somministrare Sera Florena pond, come per le piante galleggianti. 

Le piante palustri o da ripa sono più svincolate dall’acqua rispetto a quelle galleggianti o sommerse, anche se hanno comunque bisogno di un certo grado di umidità per una buona fioritura. La soluzione migliore per sistemarle a cornice del nostro laghetto è di riporle in appositi contenitori, di cotto, cemento o plastica, e poi interrarle ai bordi o sul fondo del laghetto, a seconda della necessità idrica e dello sviluppo dell’apparato radicale. La scelta di queste piante è davvero varia, offrendoci molte specie nostrane di differenti forme e fioriture. Fra queste ricordiamo Thypha palustris, Cyperus papirus, Sagittaria sagittifolia, Carex spp., Calla palustris, Iris pseudacorus, Alisma plantago-aquatica, Llythrum salicaria, Mentha acquatica, ecc.

Un discorso a parte meritano le Ninfee, piante a foglie galleggianti fra le più conosciute ed apprezzate. La loro diffusione è facilmente comprensibile, poiché oltre alla  magnifica e prolungata fioritura, con cultivar adatte ad ogni esigenza,  presentano anche un fogliame decorativo ed utile per la vita dei pesci, offrendo loro zone d’ombra e di riparo. Per ottenere una buona fioritura le ninfee necessitano di almeno 4-8 ore di sole al giorno ed un terreno di coltura ricco di minerali ed oligoelementi, come quelli presenti in Sera Florenette T, che contribuisce anche a migliorare la qualità dell’acqua, fornendo alle piante elementi nutritivi a discapito delle alghe. La soluzione migliore per coltivare le ninfee è quella di sistemarle in appositi recipienti, con un substrato ricco di sostanze nutritive e ricoperto da uno strato di ghiaia. In tal modo si delimiterà una precisa porzione d’acqua dove farle crescere, tenendo conto che sono piante che tendono a sviluppare un esteso fogliame, il quale può oscurare le piante sommerse che potrebbero non ricevere una sufficiente illuminazione.

Infine, il momento culminante sarà l’introduzione dei pesci: il laghetto si arricchirà di vita, movimento e colori, acquistando un’atmosfera completa. Il vasto assortimento delle diverse varietà di pesci rossi e di carpe giapponesi (Koi) ci permette di scegliere gli ospiti più adatti per il nostro specchio d’acqua. Se avremo osservato le giuste regole prima nell’allestimento e poi nell’introduzione delle vegetazione, i nostri pesci non avranno problemi ad inserirsi in questo microcosmo ed, anzi, li vedremo senz’altro crescere e riprodursi. Mettiamone dapprima pochi (2-4), aumentando gradualmente le presenze fino a raggiungere la quantità desiderata, ovviamente in rapporto alle dimensioni del laghetto. Per favorire il loro insediamento usate Sera Koi Bioclear, in grado di accelerare i processi batterici che trasformano le sostanze inquinanti in innocue per i pesci.

Il periodo migliore per introdurre pesci e piante nel laghetto è senz’altro la primavera, in modo che abbiano tutto il tempo per acclimatarsi e prepararsi all’inverno seguente. Nei laghetti allestiti in precedenza, dove i pesci hanno già trascorso il periodo invernale, è opportuno effettuare una pulizia primaverile, avendo cura di rimuovere foglie e piante morte e la melma depositata sul fondo, includendovi anche la pulizia del filtro. Tali lavori saranno eseguiti con delicatezza, cercando di arrecare il minor disturbo ai pesci. Approfittiamo anche per cambiare 1/3 dell’acqua, trattando l’acqua nuova con prodotti specifici, quali Sera Koi Protect, che rende l’acqua biologicamente pura e previene le malattie dei pesci. Per ovviare le frequenti virosi primaverili è bene effettuare una cura preventiva di Sera Cyprinopur, a cui abbinare un’integrazione alimentare con Sera Koi Multivitamin. Anche le piante dovranno essere rifornite delle riserve alimentari consumate durante l’inverno e stimolate alla fioritura con un’adeguata concimazione.

In estate la vita acquatica è al suo massimo livello e il laghetto fiorito e ricco di pesci. Tuttavia l’alta temperatura, unitamente alla lunga ed intensa esposizione al sole possono favorire la crescita incontrollata di alghe. Teniamo allora d’occhio i valori dell’acqua con gli appositi test ed assicuriamo il movimento dell’acqua e quindi gli scambi gassosi, tanto più necessari ai pesci quanto più c’è evaporazione. Se il livello si è abbassato, l’acqua va regolarmente aggiunta e trattata (in laghetti molto piccoli od affollati è preferibile anche effettuare un parziale cambio d’acqua); inoltre, quando diminuisce il flusso dell’acqua in uscita dal filtro è necessario pulirlo.

Questi semplici accorgimenti ci consentiranno di godere appieno del nostro laghetto nelle stagioni più belle e di prepararlo in forze al riposo invernale.