La luce è composta di radiazioni elettromagnetiche di differente lunghezza d'onda. Esistono altre forme di radiazioni elettromagnetiche, oltre alla luce, come le onde radio, le microonde, le radiazioni infrarosse ed ultraviolette, i raggi X e i raggi gamma: l'insieme di tali radiazioni costituisce lo spettro elettromagnetico. La lunghezza d'onda, espressa in nanometri (nm), definisce per una radiazione elettromagnetica la sua energia e, nel caso della luce, il suo "colore": più corta è la lunghezza d'onda della radiazione più alta è la sua energia.
La luce visibile corrisponde a quella porzione dello spettro elettromagnetico che va da una lunghezza d'onda di circa 380 nm, corrispondente al violetto, ad una di circa 780 nm, corrispondente al rosso. Le lunghezze d'onda comprese in tale intervallo corrisponderanno ai vari colori dell'iride: blu, verde, giallo e arancione. Questa è la parte dello spettro elettromagnetico che l'occhio è in grado di percepire e dove la luce solare presenta le più alte intensità
La luce bianca rappresenta la somma di tutti i colori (l'arcobaleno non è altro che la radiazione solare scomposta nei suoi componenti), mentre se nella luce è predominante una radiazione di particolare lunghezza d'onda, essa ne assumerà il colore corrispondente.
Al di sotto di 380 nm si estende la regione delle radiazioni ultraviolette, importanti in molti processi biologici, mentre al di sopra dei 780 nm si trova la regione delle radiazioni infrarosse, tra cui le radiazioni termiche.
Sia essa naturale o artificiale, le due caratteristiche che definiscono la luce sono l'intensità e la composizione spettrale. L'intensità, espressa in termini di quantità di luce per unità di superficie, viene in genere misurata in lux o in Watt/m2, mentre la composizione spettrale indica il contributo di ciascuna lunghezza d'onda (cioè di ciascun colore) alla luce analizzata, definendone così la qualità.