Seconda parte:
La scelta del partner e la difesa della prole
Nellarticolo precedente abbiamo visto come
viene conquistato e difeso il territorio riproduttivo; ora approfondiremo i meccanismi che
portano due partners a scegliersi, a volte per tutta la vita, ed a intraprendere la
difficile prova che ha come obiettivo la continuazione della propria specie.
Come molti acquariofili avranno avuto modo di verificare
a proprie spese, non è sufficiente inserire in un acquario adibito alla riproduzione due
individui di sesso opposto per ottenere una nidiata di avannotti sciamanti. Spesso la
coppia di riproduttori si formerà spontaneamente allinterno di un gruppo più o
meno folto di individui della stessa specie: la scelta sarà tanto più complessa quanto
più duraturo è il sodalizio tra i due partners e più intense le cure che verranno
dedicate alla propria prole.
Per questo motivo, è utile inserire in acquario un
gruppo di giovani individui della stessa specie ed allevarli sino al raggiungimento della
maturità sessuale; quando una coppia inizierà il rituale di corteggiamento sarà
opportuno allontanare gli altri esemplari.
Liniziativa solitamente parte dal maschio, nel
quale la disposizione al combattimento aumenta enormemente durante il periodo
riproduttivo: nel frattempo lanimale dovrà affrontare una situazione conflittuale,
diviso fra la necessità di allontanare qualunque estraneo dal proprio territorio e
lesigenza di conquistare una femmina pronta per la riproduzione. Si spiega così la
differente livrea indossata dalle femmine, nelle quali i segnali scatenanti la
competizione nei maschi vengono camuffati da forme e colori diversi, spesso ad imitazione
delle livree giovanili che, a loro volta, esercitano una funzione acquietante e di
disposizione allaccoppiamento.
Tuttavia, a volte, il combattimento tra maschi è
indispensabile: esperimenti condotti da K. Lorenz - e successivamente da A. Rasa - hanno
dimostrato che i maschi dei Ciclidi Etroplus maculatus e Geophagus brasiliensis
devono combattere con altri maschi prima di potersi accoppiare con successo. Se privati di
questa opportunità, scaricano sulle femmine laccumulato istinto alla lotta fino ad
ucciderle.
Una volta chiamato o avvicinato il partner, è
necessario poi eliminare il timore che esso in genere mostra per il contatto diretto.
Infatti, non solo gli animali solitari, ma persino quelli sociali, mantengono le distanze
dai conspecifici, mettendosi sulla difensiva non appena viene violata una certa distanza
interindividuale; ai fini dellaccoppiamento questa barriera di aggressività viene
superata con speciali gesti acquietanti.
TOP
Quando i futuri genitori si sono finalmente riuniti
nel territorio riproduttivo iniziano il corteggiamento ed i giochi amorosi, costituiti da
moduli comportamentali ben precisi, con la funzione di permettere ai partners di
conoscersi e riconoscersi, di formare cioè un legame che permetterà loro di concludere
proficuamente il ciclo riproduttivo.
Le movenze, i fremiti ed il dispiegamento delle pinne
esibiti nella prima frazione dei combattimenti ritualizzati, vengono nuovamente utilizzati
dal maschio durante il corteggiamento. Questa volta, però, la risposta della femmina per
neutralizzare laggressività del maschio è di sottomissione e di ostentazione di
segnali scatenanti che comunicano al maschio la sua disponibilità allaccoppiamento:
tipici di questa fase sono lesibizione delladdome gonfio di uova, esaltato da
una colorazione contrastante con il resto della livrea e da movimenti che simulano la
deposizione.
A questo punto i due si dirigono verso il luogo
prescelto per la deposizione delle uova e - a seconda delle specie - ci sarà un nido già
preparato dal maschio oppure esso inizierà a costruirlo. Spesso il sito è semplicemente
costituito da un sasso o da una foglia della vegetazione sommersa che verrà ben ripulita,
ma altre volte si assiste allallestimento di vere e proprie opere darte.
E il caso degli Anabantidi, che costruiscono una
struttura galleggiante utilizzando frammenti di alghe e foglie, tenuti insieme da una
schiuma di bollicine prodotte dal maschio e continuamente rinnovate per garantirne la
solidità; anche la Tilapia macrochir (Ciclidi), come gli uccelli giardinieri,
abbellisce la buca per la deposizione delle uova, scavando tuttintorno dei solchi a
raggiera, cosicché lintero nido, dallaspetto di una stella, diventa un
segnale in grado di attirare la femmina.
TOP
Laccoppiamento:
un atto damore senza contatto
Quando tutto è pronto e leccitazione della
coppia è al massimo, avviene la deposizione e quindi la fecondazione delle uova, con
diverse modalità a seconda delle specie.
Nei Ciclidi e negli Anabantidi, pesci a fecondazione
esterna, le uova vengono a contatto dello sperma solo dopo che sono state espulse dalla
femmina. Con questo procedimento, le probabilità che uno spermatozoo venga a contatto con
luovo dipendono dallabilità di entrambi i genitori e la tecnica - istintiva
di base - viene affinata con le riproduzioni successive.
Talvolta le uova adesive vengono deposte su un substrato
e la femmina le dispone in file ordinate, adagiandovi lovopositore ed espellendole
singolarmente, alternandosi ad ogni passaggio col maschio che le feconda. Da questo
momento in poi le uova verranno ventilate a turno dai genitori - a volte è solo la
femmina che se ne occupa - con un movimento ritmico delle pinne pettorali, detto fanning,
che garantisce un continuo ricambio dacqua ed un costante apporto di ossigeno agli
embrioni in crescita.
Negli Anabantidi, dopo che il maschio ha condotto la
femmina sotto il nido galleggiante, i due partners si stringono in un elegante abbraccio,
durante il quale alcune uova e lo sperma vengono espulsi contemporaneamente
nellacqua. Il maschio - spesso anche la femmina - le raccoglie delicatamente prima
che tocchino il fondo e le sputa contro il nido di bollicine a cui aderiscono. Il rituale
si ripete molte volte, sino a quando tutte le uova non sono state fecondate e raccolte; a
questo punto la femmina viene energicamente allontanata dal maschio (in acquario sarà
opportuno spostarla in unaltra vasca), che si occuperà da solo
dellincubazione delle uova, ventilandole e difendendole da qualsiasi intruso.
Un discorso a parte meritano quelle specie di Ciclidi
che adottano lincubazione orale come modalità di cura parentale. In questi pesci
levoluzione ha perfezionato il meccanismo della difesa delle uova, portando le
femmine ad accoglierle in bocca non appena espulse e fecondate dal maschio. In alcune
specie di Ciclidi la femmina è fin troppo lesta a raccoglierle, addirittura prima ancora
che il maschio le abbia fecondate: in questo modo evita il pericolo che alcune delle uova
vengano predate, ma come farà il maschio a fecondarle?
I futuri papà hanno dovuto quindi escogitare degli
stratagemmi per risolvere il problema di una mamma tanto sollecita, con le modalità che
letologo W. Wickler definisce mimetismo intraspecifico. Nei maschi dei Ciclidi
africani del genere Haplochromis, per esempio, la pinna anale presenta dei disegni
a forma di uova, del tutto simili a quelle naturali. Quando la femmina ha preso in bocca
le uova, le si pone davanti con la pinna anale spiegata e non appena la femmina spalanca
la bocca, cercando di afferrare gli zimbelli simulanti le uova, in quellattimo, il
maschio le feconda.
Anche in Tilapia macrochir la femmina raccoglie
le uova subito dopo averle deposte. Qui però il maschio provvede alla fecondazione in un
altro modo: produce spermatofore filiformi che la femmina raccoglie, ma molte di esse
rischiano comunque di andare perdute. Allora, anche in questo caso, si è evoluto un
segnale ingannevole che rende possibile la fecondazione di tutte le uova: lapertura
genitale del maschio è infatti dotata di lunghe sagome filiformi simili alle spermatofore
che - come accade per le finte uova - esercitano sulla femmina unattrazione di gran
lunga superiore alle spermatofore vere e proprie. Il maschio mostra questi zimbelli alla
compagna che li afferra con la bocca, raccogliendo così insieme ad essi anche le vere
spermatofore.
TOP
Il periodo di incubazione delle uova, solitamente
breve, varia da 36 a 72 ore a seconda della temperatura: uno sviluppo così precoce però
porta alla formazione di larve non completamente formate; quindi, dopo la schiusa delle
uova, la crescita continua con lassorbimento del sacco vitellino. Durante questo
periodo la giovane larva rimane fissata al substrato, attingendo nutrimento dal tuorlo
delluovo non ancora esaurito. Ma chi si occupa di essa in questa delicatissima fase
della sua vita?
La casistica è varia: a volte è solo il padre ad
occuparsi della progenie, creando famiglie patriarcali come tra gli spinarelli, i pesci
ago, gli ippocampi e gli Anabantidi, di cui abbiamo già accennato. Nelle famiglie
matriarcali, invece, è solo la femmina che si prende cura dei piccoli, come avviene in
molti Ciclidi e nella maggior parte dei pesci che praticano lincubazione orale.
Le famiglie parentali - in cui i piccoli ricevono le
cure da entrambi i genitori - si ritrovano per esempio tra i Ciclidi del genere Hemichromis
e Cichlasoma. In questi si assiste ad una ripartizione dei compiti, con il maschio
che si assume per lo più la difesa del territorio e, a volte, quello di recuperare e
trasportare gli avannotti in stazioni di crescita diverse da quella della deposizione,
compito che, di norma, spetta alla femmina.
Talvolta si formano delle "famiglie
allargate", nelle quali un unico maschio offre protezione a diverse femmine e
piccoli, come in Lamprologus congolensis, già visto nel precedente articolo.
Nei Ciclidi parentali la coesione è garantita sia dalla
reazione di inseguimento dei piccoli, sia dal comportamento di cura della prole: non
appena i piccoli sono in grado di nuotare mentre il padre pattuglia il territorio
la madre li guida, raccogliendo in bocca quelli che si allontanano troppo dal
branco e depositandoli nuovamente tra gli altri. Inizia così un sistema di comunicazione
tra genitori e figli, un vero e proprio linguaggio, fatto di movimenti, forme e colori
diversi da specie e specie.
I genitori generalmente richiamano i piccoli con
movimenti delle pinne simili a movenze ritualizzate di nuoto. Normalmente un pesce che si
allontana nuota ripiegando la pinna dorsale ed ondulando il corpo: lAequidens
con i piccoli nuota per un breve tratto con la pinna ripiegata, esagerando
loscillazione dei movimenti ed aspettando la prole.
I Ciclidi nani, invece, usano una mimica che rappresenta
lultimo residuo del movimento di nuoto, richiamando gli avannotti con vistosi
scuotimenti del capo; nellHerichthys cyanoguttatus questo richiamo è
diventato - a restrizione del suo significato - un vero e proprio segnale di avvertimento
in caso di pericolo. Così pure avviene nei pesci gioiello (Hemichromis bimaculatus)
che, in più, alzano ed abbassano ripetutamente la pinna dorsale per attirare i piccoli
nel nido, movimento che K. Lorenz definisce un segnale scatenante per "mettere i
piccoli a nanna". In Hemichromis, quindi, i richiami nei confronti dei
piccoli hanno dato origine a due movimenti espressivi con significati diversi.
I piccoli rispondono prontamente alla serie di segnali
provenienti dai genitori, che seguono in tutti i loro movimenti. Si può notare, per
esempio, come nei pesci che praticano lincubazione orale spesso la bocca sia
evidenziata lateralmente da macchie o fasce scure, in modo che in caso di pericolo i
piccoli possano individuare rapidamente il luogo più sicuro ove rifugiarsi. Quando questi
segnali mancano, gli avannotti utilizzano come punto di riferimento gli occhi della madre,
dirigendosi poi verso un punto intermedio: normalmente così ritornano in bocca al sicuro.
I vari moduli comportamentali attuati dai genitori per
richiamare la prole sono stati ampiamente studiati in laboratorio, soprattutto sui
Ciclidi: dallanalisi comparativa fra le varie famiglie che praticano diverse
modalità riproduttive sono emersi indizi di carattere comportamentale che fanno ritenere
come lincubazione orale rappresenti levoluzione del più primitivo sistema
della cura legata ad un substrato.
Tale ipotesi è inoltre rafforzata dalla constatazione
che i pesci che praticano lincubazione orale hanno avuto un largo successo
riproduttivo, probabilmente perché con questa modalità riescono a proteggere
efficacemente la loro prole dagli attacchi dei predatori.
TOP
Lincubazione orale: un
premio evolutivo
Lincubazione orale della prole comporta una serie
di modificazioni delle normali attività che coinvolgono la cavità buccale e che
potrebbero mettere in pericolo lincolumità dei piccoli. Ad esempio, scompaiono
tutti i movimenti bruschi attuati tramite la bocca, come nello yawning, latto
in cui il pesce spalanca la bocca come in uno sbadiglio. Compaiono invece altri periodici
movimenti della bocca associati alla cura della prole, che iniziano non appena le uova si
trovano allinterno della cavità orale: con questi atti, detti di churning,
il pesce crea una continua corrente dacqua che serve per ossigenare le uova e
liberarle da eventuali detriti. Questo comportamento è quindi analogo al fanning,
lattività di ventilazione delle uova che si osserva nelle specie che depongono su
substrato.
Oltre a questi accorgimenti, le cure parentali
comportano anche delle restrizioni per i genitori: in generale, essi non si nutrono
finché portano in bocca le uova o le larve; solo quando questultime escono per
nutrirsi, gli adulti riescono ad alimentarsi a loro volta.
La modalità di cura delle uova tramite
lincubazione orale si è probabilmente evoluta in ambienti nei quali i pesci sono
sottoposti ad unalta pressione predatoria sulla prole o che si trovano in condizioni
ambientali sfavorevoli allo sviluppo delle uova nei siti di deposizione.
Non a caso questo sistema riproduttivo si è largamente
diffuso nei Ciclidi che vivono nei laghi africani, per i quali ha rappresentato senza
dubbio un adattamento che ha contribuito al loro successo: infatti, in queste specie
che popolano acque spesso poco profonde e soggette a variazioni di livello
la riproduzione mediante uova deposte su substrato risulterebbe svantaggiosa a causa delle
precarie condizioni ambientali, che esporrebbero maggiormente le uova ad una serie di
pericoli.
TOP
|
Non per amore, ma per
necessità
Nel Ciclide Tilapia mariae i due partners
esercitano inizialmente una reciproca attrazione luno sullaltro; dopo la
deposizione delle uova, invece, predomina una repulsione fra maschio e femmina ed il
motivo per cui non si giunge ad una vera e propria separazione va ricercata
nellattrazione esercitata dalle uova e dai piccoli.
I due genitori non si seguono più con la frequenza che
ci si aspetterebbe dal loro legame, che è addirittura inferiore a quella prevista per
incontri casuali, il che può essere interpretato come volontà di evitarsi.
Se ad uno di essi togliamo i piccoli, si può osservare
che nuota di più in giro, è palesemente inquieto e cerca attivamente intorno. Invece, se
gli togliamo il compagno, lasciando però i piccoli, il pesce rimane tranquillo, anzi più
di prima: non solo non sente dunque la mancanza del partner, ma la presenza di
questultimo insieme alla prole costituisce per esso addirittura un fattore di
inquietudine.
TOP
|
Clutton-Brock T. H.: " The Evolution of Parental Care",
Princeton University Press, (1991)
Eibl Eibesfeldt I.: "I fondamenti
delletologia", Adelphi (1980)
Heiligenberg W.: "A Quantitative Analysis of
Digging Movements and their Relationship to Aggressive Behaviour in Cichlids" da
Animal Behaviour, 13, pp. 163-170 (1965)
Hyatt Verrill A.: "Strani pesci e le loro
storie", Murzia (1978)
Konings A. e AA. VV.: "Il libro dei
Ciclidi", Ciclid Press (1993)
Lattes Coifmann I.: "Il sesso negli
animali", Editoriale Giorgio Mondadori (1987)
- Wickler W.: "Das Züchten von Aquarienfischen. Das Vivarium",
Francksche Verlags-handlg., Stuttgart (1962)
TOP
|