Tra monaci e pagode

Alla ricerca di pesci d’acquario in Myanmar / Birmania (I parte)
di Hermann Kunze

L’Asia è immensa per noi europei, che viviamo in paesi relativamente piccoli. Per i viaggiatori l’Asia è una fonte inesauribile di esperienze e di avventure in una cultura per noi così esotica. Il clima caldo e umido di molte regioni, la cucina aromatica con le sue spezie a volte decisamente piccanti e i suoi straordinari frutti esotici sempre freschi, la religione buddista e naturalmente la gente quasi sempre sorridente sono impressioni inconsuete alle quali ci si deve abituare quando si va per la prima volta in Asia. Una volta entrati nello spirito, si rimane velocemente affascinati dal modo di vivere rilassato e dalla gente ospitale, gentile e sempre pronta ad aiutarti.

Tipica immagine del paesaggio in oro e bianco, pagode luccicanti in Myanmar  

 

Una terra affascinante

Ma non è solo questo che lo rende affascinante: infatti noi siamo qua per le molteplici specie di pesci d’acquario, principalmente Labirintidi e Barbi. Esiste già una lunga serie di trattati sui pesci e i loro biotopi in Tailandia, Laos o altri paesi asiatici – ma il Myanmar, conosciuto come Birmania, era finora una macchia bianca sulla carta geografica degli acquariofili. Ora le cose sono un po’ cambiate poiché il paese si è aperto al turismo. Il Myanmar è un paese misterioso e affascinante, con un popolo veramente amabile. L’ingresso più sicuro e anche più breve in questo grande paese dell’Asia sudorientale è il volo da Bangkok a Yangon, la capitale del paese con quasi 5 milioni di abitanti. L’ex Birmania è ricca di località storiche millenarie di tradizione buddista. Pietre preziose colorate, che si possono facilmente scavare da terra, decorano innumerevoli edifici e hanno reso questo paese un immenso gioello.

Shwedagon , la pagoda più famosa e più grande del Myanmar
 

Tesori per gli acquari

Anche io ed alcuni amici volevamo cercare tesori, ma non piccole pietre preziose, bensì esplorare i luoghi dove si trovano i biotopi di alcuni noti Labirintidi ed anche di un particolare Badis blu che si sa provenga dal Myanmar.

Naturalmente sapevo, dopo alcuni interessanti soggiorni in Asia, che in maggio/giugno non avremmo trovato molti corsi d’ acqua, come si possono trovare invece nei mesi da gennaio a marzo. La stagione secca prende sempre più possesso del paesaggio e la siccità non influenza solo i biotopi ma anche il ciclo vitale di uomini e animali. Eravamo ben consapevoli di questo.

Dopo due giorni ci eravamo ambientati bene. Oltre alle visite alle splendide città culturali, avevamo già portato diverse volte con noi un piccolo retino per esplorare tutto quanto c’era sui pesci intorno alla capitale. Era quindi giunta l’ora di inoltrarsi nell’entroterra.

Vita semplice, gente contenta

Avevamo la fortuna di aver trovato un autista gentile di nome Damdam, con il quale eravamo riusciti a trattare un prezzo speciale completo per i 12 giorni successivi. Le sue conoscenze di inglese ci sono state di grande aiuto nei molti contatti con la gente del posto.

L’autostrada verso nord

Siamo partiti da Yangon con un piccolo autobus diretti verso nord, lungo una strada abbastanza ben costruita che lì chiamano “autostrada” ma che, secondo le nostre proporzioni, potrebbe essere paragonata ad una strada statale. La meta era la città di Meiktila, situata circa a 300 km a nord.

Biotopi molto diversi

“Pescare” alla birmana

A causa del traffico lento avevamo sempre la possibilità di fermarci in corsi e  pozze d’acqua che ancora si presentavano in abbondanza  per gettare le “reti”. Avevamo trovato un posto all’ombra e parcheggiammo il bus sulla “corsia di emergenza”, che qui era semplicemente il bordo della strada polveroso e stretto. Rapidamente tutti gli strumenti erano stati presi fuori per poter esplorare l’acqua torbida.

La discesa lungo il pendio equivaleva ad un guado di fango. Quando finalmente raggiungemmo l’acqua, questa si presentava come un torbido brodo marrone che poco aveva in comune con le condizioni dell’acquario a casa. Nonostante ciò il biotopo era ricco di pesci. Abbiamo trovato qui i primi piccoli Badis badis e i Labirintidi. Le misurazioni effettuate hanno dato come risultati una durezza totale di 6,5 °dGH, una durezza carbonatica quasi uguale di 6 °dKH ed un valore pH di 7,5.

Il sole cocente del mezzogiorno bruciava su di noi e prosciugò come una spugna i corsi e le pozze d’acqua. La riduzione dello specchio d’acqua era nettamente visibile. Accanto alle pagode dorate c’erano i giacinti d’acqua delicatamente bluastri in fiore, che davano un tocco di colore alla pianura solitamente arida. I giacinti d’acqua hanno un’importante funzione biologica. Essi offrono ombra e riducono l’evaporazione dell’acqua, così che lo spazio vitale per i pesci non sia ancora più limitato.

A metà del nostro viaggio verso Meitkila vedemmo un ruscello con acqua corrente, limpido e contornato da una robusta e verde vegetazione. Era un biotopo ideale per i Labirintidi e qui trovammo il Colisa labiosa. Allo stesso tempo avevamo catturato nel retino anche Botie e varietà di piccoli Rasbore. L’acqua in questo biotopo era abbastanza tenera (4 – 5 °dGH), aveva un valore pH di 7,4 ed una conduttività di 148 µS/cm.

Colisa labiosa

(II Parte)