Una vegetazione rigogliosa
Verso Meiktila si trova il lago Inle, situato
più o meno al centro del Myanmar, con Kalaw, in passato rinomata stazione
climatica britannica, la nostra meta per fare una tappa. Il lago Inle è
famoso non solo per i “rematori con la gamba”, ma anche per i cosiddetti
“giardini galleggianti”. Il lago è profondo solo pochi metri e masse quasi
impenetrabili di piante acquatiche formano grandi e prosperose isole verdi e
fiorite, che sono un vero paradiso per i pesci.
Qui la gente vive nelle palafitte e il mezzo di
trasporto principale sono le barche. Sarebbe stato così anche per noi nei
giorni successivi. Subito siamo saliti sul traballante e silenzioso mezzo
per gli spostamenti per gli abitanti del lago Inle: la barca.
Per forza di cosa ci si abitua ai necessari
spostamenti di peso quando si fotografa o quando si muovono le reti per la
cattura. In questo groviglio di piante acquatiche abbiamo raccolto giovani e
coloratissimi Channa micropeltes, rigati Colisa fasciata ed
una varietà piuttosto rara di Parambassis di colore dorato. Le
misurazioni dell’acqua effettuate davano una conduttività di 390 µS/cm e una
durezza totale di 12 °dGH, con un valore pH di 7,9 – 8,2. Le alte temperature dell’acqua a causa della forte irradiazione solare incidono sui biotopi; potevamo misurare regolarmente oltre 30 °C. Inoltre l’irradiazione di raggi UV è molto intensa e questo sicuramente influisce sui microrganismi e i batteri presenti nell’acqua. Sotto le foglie delle piante acquatiche i pesci trovano una protezione sicura dai raggi. Devono tuttavia riuscire a cavarsela con le forti escursioni termiche tra notte e giorno. Con il tempo sereno si poteva vedere molto chiaramente dalla barca la catena montuosa che si stende ad est e che segna il confine con la Tailandia. Della stagione secca qui non si poteva notare niente. Scrosci di pioggia quotidiani si annunciavano con nuvole molto basse e si scaricavano poi verso le quattro del pomeriggio. Pensavo che questi fossero già i primi segnali della stagione delle piogge così ardentemente attesa in pianura, ma gli abitanti del posto mi hanno spiegato che questo era del tutto normale nel lago Inle. Un paesaggio arido e povero Abbiamo lasciato il lago Inle nelle prime ore del mattino per raggiungere la località di Magway situata a nord ovest. Lungo la strada abbiamo visto pochissimi corsi e pozze d’acqua.
La stagione secca aveva preso completamente il
sopravvento sul paesaggio, e nelle ore mattutine e serali vedemmo donne e
bambini andare a piedi con vasi di terracotta a prendere l’acqua da bere
dove ancora se ne poteva trovare. Il paesaggio era sempre più simile ad una
steppa. La gente, gli animali e la vegetazione ci diedero un’impressione di
sofferenza.
Accanto alla strada vedemmo un canale di
irrigazione, l’ultima possibilità per la gente del luogo per fare il bagno o
lavare i panni, e qui abbiamo potuto di nuovo metterci alla ricerca di
pesci. Con l’aiuto spontaneo di molti bambini curiosi il nostro retino per
la pesca è entrato di nuovo in azione. Tutti si sono dati una mano e si sono
divertiti tantissimo a cercare i piccoli pesci. Il bottino della pesca sono
stati dei bellissimi Parambassis (ex Chanda ranga) e piccoli Barbi,
dei Brachydanio albolineatus e dei Brachydanio nigrofasciatus.
L’acqua potabile è preziosa Il nostro viaggio purtroppo era ormai giunto ad un punto in cui dovevamo preoccuparci del ritorno al nostro punto di partenza. Lungo l’immenso fiume Ayeyawardy, che per il momento aspettava tranquillamente nel suo letto le masse d’acqua portate dai monsoni, andammo in primo luogo in direzione di Prome e poi di nuovo verso Yangon. Oltre alle molteplici esperienze con la gente e con i pesci, il ricordo di questo viaggio che ci è rimasto più impresso è stato vedere quanto realmente sia preziosa l’acqua come elemento base per la vita. Abbiamo visto quale importanza decisiva abbia l’acqua sul modo di vivere e il comportamento di uomini ed animali. Si apprezza una buona volta il fatto che da noi la preziosa acqua potabile scorre semplicemente attraverso un rubinetto e si cerca perciò di sprecarne meno. |